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L’ipertensione arteriosa è un problema che interessa un italiano su tre. Si tratta di un killer silenzioso per la sua capacità di danneggiare il cuore e i vasi in maniera costante e progressiva, talvolta senza dare sintomi. Le recenti scoperte sulla relazione tra sonno e pressione alta sono la conseguenza della maggiore attenzione che negli ultimi anni è stata dedicata alla scienza del riposo notturno. In particolare, uno studio pubblicato sulla rivista Hypertension ha dimostrato come la qualità del sonno incida sui valori pressori.


Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’inquinamento atmosferico rappresenta “il più importante fattore di rischio ambientale per la salute umana”. Infatti la probabilità di sviluppare malattie croniche è direttamente proporzionale alla dose di sostanze nocive inalata. Per questo motivo è molto importante conoscere con precisione le concentrazioni atmosferiche di polveri sottili, biossidi di azoto e ozono. Per fortuna, di recente, la sensibilizzazione sull’argomento sta aumentando e ottimisticamente potremo vedere i primi risultati sulla qualità dell’aria entro qualche anno.


L’ipertensione arteriosa aumenta il rischio di morte per infarto miocardico ed ictus. Partendo da 120/80 mmHg questa probabilità raddoppia per ogni aumento di 20 mmHg della pressione sistolica e di 10 mmHg della pressione diastolica. Se non trattato, questo disturbo diventa un killer silenzioso per la sua capacità di danneggiare il cuore e i vasi in maniera costante e progressiva, talvolta senza dare sintomi.