L’ipertensione arteriosa è un problema che interessa un italiano su tre. Si tratta di un killer silenzioso per la sua capacità di danneggiare il cuore e i vasi in maniera costante e progressiva, talvolta senza dare sintomi. Le recenti scoperte sulla relazione tra sonno e pressione alta sono la conseguenza della maggiore attenzione che negli ultimi anni è stata dedicata alla scienza del riposo notturno. In particolare, uno studio pubblicato sulla rivista Hypertension ha dimostrato come la qualità del sonno incida sui valori pressori.
Sapevi che l'insonnia aumenta il rischio di ipertensione arteriosa del 300%?
Il momento di maggiore incidenza dell’infarto del miocardio e dell’ictus cerebrale è rappresentato proprio dalle prime ore della mattina (corrispondenti alle ultime ore del sonno). Questa e altre indicazioni sottolineano ancora una volta l’importanza di considerare il paziente iperteso nella sua globalità, tenendo conto di tutti gli aspetti dello stile di vita che possono incrementare il rischio cardiovascolare.
In assenza di una causa si parla di ipertensione essenziale, per intendere la natura apparentemente idiopatica di questa condizione. In alcuni casi, invece, l’incremento dei valori è giustificato da una patologia sottostante. La causa più frequente di ipertensione arteriosa secondaria è la sindrome delle apnee notturne (OSAS).
Per darvi un’idea della portata del fenomeno: metà degli ipertesi soffre di OSAS e metà di quelli con OSAS soffre di ipertensione.
Le più recenti linee guida sull’ipertensione arteriosa hanno incluso nelle raccomandazioni l’esecuzione di un Holter pressorio per verificare il comportamente della pressione arteriosa (PA) di giorno e di notte. Questo perché è stato dimostrato che un incremento notturno è tra i migliori predittori di eventi cardiovascolari indipendentemente da altri fattori di rischio. Normalmente questo esame rivela una riduzione dei valori pari almeno al 10%. Se in un paziente non si rileva questa discesa è probabile che sia affetto da apnee notturne e, indipendentemente da questo, è da considerare a rischio. Queste novità, presentate da uno studio nell’Ottobre del 2019, hanno portato ad una rivoluzione della farmacologia cardiovascolare. Per la prima volta, infatti, abbiamo cominciato a suggerire ai pazienti ipertesi di migliorare l’igiene del sonno e assumere gli eventuali farmaci anti-ipertensivi o rimedi non farmacologici di sera e non di mattina. Questa strategia migliora il controllo della PA nelle 24h e minimizza gli effetti collaterali. Un atto semplice ma capace di ridurre in questa categoria di pazienti la mortalità, il rischio di infarto e ictus.
Per fare diagnosi di OSAS è necessario sottoporsi ad un esame cardiorespiratorio o polisonnografia. Questo studio è l’unico capace di diagnosticare i disturbi del sonno. Tuttavia prima di rivolgersi ad un laboratorio specializzato è possibile cercare di migliorare il riposo notturno seguendo alcuni semplici accorgimenti.
Il 40% della società vive con un cronico debito di sonno
Hai bisogno di dedicarti a questo pilastro della salute se:
- ti svegli stanco al mattino
- sei affetto da russamento o roncopatia
- il tuo sonno è interrotto da tanti risvegli
In assenza di un riposo notturno adeguato la nostra risposta allo stress sarà più facilmente attivata e col tempo queste modificazioni non solo aumenteranno il rischio di ipertensione arteriosa ma anche quello di numerose altre malattie croniche. Sicuramente possiamo fare qualcosa per migliorare questa situazione e proteggere quello che a tutti gli effetti è uno stato terepeutico in cui il cervello si disintossica, il sistema immunitario lavora senza sosta e i livelli di zucchero nel sangue si bilanciano.
I miei consigli
Scegli la posizione giusta: dormire sul fianco facilita il lavoro del sistema di detossificazione del cervello e mantiene la curva naturale della colonna vertebrale;
Cibo: il consumo serale di pasti abbondanti e alcol rende difficoltoso l’addormentamento;
Integratori: l’assunzione di sostanze come magnesio, biancospino e melatonina produce una concreta riduzione dei valori pressori notturni migliorando la qualità del sonno;
Rispetta l’orologio biologico: esponiti alla luce solare durante il giorno ed evita la luce blu dei dispositivi elettronici di sera;
Riduci lo stress: pratica alcune tecniche di respirazione e meditazione per ridurre l’ipertono del sistema nervoso.
Hai mai pensato al riposo pomeridiano?
Quando praticato costantemente può ridurre il rischio di infarto miocardico del 20%. Uno studio presentato all’American College of Cardiology paragona i benefici di un breve sonnellino (massimo 30 minuti) a quelli ottenibili con altre modificazioni dello stile di vita.
Adesso non ci sono più scuse per concentrare l’attenzione sul miglioramento del riposo notturno: dormire bene allunga la vita.
PS per approfondire leggi l'articolo: